Morandi. Il museo delle ombre

Morandi. Il museo delle ombre

Morandi. Il museo delle ombre.
Viaggio nello studio di via Fondazza nelle fotografie e nei dipinti di Antonio e Stefano Masotti

a cura di Franco Basile.

Aperta fino al 13 giugno 2021.

 Ingresso gratuito

 

A centotrenta anni dalla nascita di Giorgio Morandi, il MAGI’900 rende omaggio alla Antonio-Masotti-Studio-di-Giorgio-Morandi--1figura del grande artista bolognese con una mostra di Antonio e Stefano Masotti, ideata e curata da Franco Basile. Profondo conoscitore dell’opera morandiana, il critico ha identificato nella casa di via Fondazza, e in particolare nello studio che il pittore aveva allestito nella sua camera da letto, un luogo mitico e iconico, nel quale ritrovare la suggestione di una pittura votata all’ombra e al silenzio. A questo luogo, dunque, sono dedicate le rare fotografie di Antonio Masotti, alle quali sono accostati i piccoli quadri che il figlio Stefano ne ha ricavato, reinterpretandole pittoricamente.

Scrive Basile nel testo che accompagna la mostra:
Nella casa di via Fondazza, nel lembo estremo del centro di Bologna,  Giorgio Morandi ha lavorato tutta la vita e qui sono restate a lungo le cose su cui si manifesta intatta ancora oggi la carica evocativa di ciò che è stato, quei tratti e quei modelli  lasciati in posa come simulacri di pensieri legati a un tracciato esistenziale e poetico.” […] Antonio Masotti è stato tra i pochi ad aver ripreso Morandi in vita, e poi ad essere ammesso nello studio dove fili di memorie si univano alle ombre. Tutto era immobile, tutto era come agganciato al vuoto e a un senso di sospensione acuito dal silenzio. La Leica di Antonio ha inquadrato tutto quello che ha potuto, prolunga di una meraviglia sospinta lungo le linee delle nature morte e su tutto quello che, arricchito di accenti simbolici, doveva apparire al fotografo un insieme depositato su un contegnoso senso d’attesa, su una deliberata ricerca di solitudine.
Molti gli scatti di Antonio.  È successo molto tempo fa, ma ogni cosa si attualizza nel momento in cui il trascorso torna a scorrere nella mente di ognuno di noi . Un gioco di specchi, si diceva, una stanza come un museo dove l’allungo di un tratto di luminescenza può cingersi al presente e formare una nuova verità. Stefano ha dato una sua versione al bianco e al nero del padre, lo ha fatto dando accento cromatico anche alle ombre.”

È nata così una mostra che, come in un gioco di specchi, rilegge atmosfere, oggetti, tagli architettonici e inquadrature, offrendo al visitatore un percorso visivo ed emozionale che entra nello studio del pittore grazie alla fotografia e dalla fotografia esce tornando alla pittura.
Nella chiave di un duplice omaggio al maestro e al padre, infatti, Stefano Masotti, architetto e artista,  ha riprodotto, modificandole, le immagini scattate da Antonio, fotografo bolognese tra i più noti nel secondo Novecento, ricavandone una sequenza di interni sospesi e misteriosi in cui il colore restituisce inquadrature e spazi in maniera inedita e straniante.

La mostra è visitabile gratuitamente presso lo spazio Open Box del museo.

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